Altre fioriture marzoline
Le bulbose dànno sempre grandi soddisfazioni: le si affida al terreno, se ne aspettano con trepidazione i germogli, se ne gode la bellezza spesso sfacciata, quasi sempre fugace. Sono abbastanza autonome e tante volte è addirittura meglio astenersi dall’intervenire e lasciarle in pace. Molte non amano essere divise troppo spesso, molte gradiscono terreno asciutto per molti mesi l’anno.
Purtroppo, questa primavera è assai piovosa: i miei narcisi gialli, che qui ho trovato assiepati fittissimi in un’aiuola che costeggia un marciapiedi e fa da continuazione a quella dei giacinti color carta da zucchero, non gradiscono avere i piedi a mollo per troppo tempo, e infatti ecco immancabile una bella crittogama, la cui specie non ho identificato. Ho trattato con un prodotto rameico e con un triazolico, ma ho come l’impressione che le spesse foglie lucide dei narcisi non assorbano alcunché, lasciando invece scivolar via tutto, come fanno certi umani. Speriamo bene; le fioriture non sembrano compromesse ma chi lo sa che cosa succede lì sotto, nei bulbi e soprattutto che cosa succederà l’anno prossimo. Di dissotterrarli non se ne parla: sarebbe un lavoro immane; tra l’altro di solito non lo si fa, perché i narcisi sono rustici e non sono appetiti dai roditori (sono velenosi anche per gli umani).
Oltre alla bella aiuola di narcisi, che non può che allietare chi la mira (A poet could not but be gay/In such a jocund company), stanno fiorendo i tulipani che ho comprato in stock in un sacchettone lo scorso autunno. Sono doppi e ostentano tinte da matrimonio o battesimo: bianco candido, rosa perla o confetto; ce n’è però anche qualcuno di un violetto più intenso. Questi sarebbe meglio estirparli a fine ciclo, dopo che le foglie si sono ingiallite o seccate. Chissà se ce la farò o se dovranno starsene lì sotto… in ogni caso dovrò ricordarmi di non bagnare troppo, per non farli marcire mentre sono a riposo.
Le sorprese si susseguono, in questa stagione, e quasi non si ha tempo di fotografarle tutte. E così è, infatti. Ma alcune le ho immortalate: in senso orario dall’angolo in alto a sinistra un’Iberis sempervirens che sembra urlare “non vogliamo foglie, solo fiori fiori fiori!”, un pesco ornamentale, fragoline di bosco, il mio rosmarino in vaso (che ha sopportato indenne tre traslochi, senza ricevere rigorosamente mai alcuna concimazione), violacciocche di Nizza, un angolo ombroso di pervinche che colonizzano in modo tentacolare le zone loro congeniali.