Hortus Incomptus | un piccolo giardino spettinato
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Violette e bergenie: uno splendore…

… mentre le violacciocche sono venute malissimo. Ne ho seminate di doppie, bellissime nelle foto del catalogo di Chiltern Seeds. Ma fin dall’esordio è stato un disastro. A luglio, quando le ho seminate, sono nate senza difficoltà, in quantità industriale. Già pregustavo distese di profumatissime violacciocche di tinte meravigliose. Invece già al primo trapianto nei vasettini ho subìto una vera moria dovuta a nemici temibili attirati dalla torba che uso per le semine: gli sciaridi. Le larve di questi moscerini mangiucchiano le radichette dei semenzali, che si afflosciano su di sé e periscono. Ne ho salvate comunque un bel po’ e ho fatto il secondo errore: per farle riprendere, anche sapendo che sono della famiglia dei cavoli, ho esagerato con la concimazione: sono diventate tutte frondose, con foglie grandi da palme tropicali. Durante l’inverno poi si sono ammalate di muffa grigia e forse anche di asfissia radicale, per via dell’umidità stagnante che qui tutto ricopre e infradicia per mesi: foglie gialle e gemme ammuffite e distrutte. Avrei dovuto dare almeno due passate di verderame, ma d’inverno latitano le giornate libere, soleggiate, asciutte, e in cui il giardiniere non sia preda di umor nero. Risultato? Violacciocche striminzite, alcune decapitate, uno schifo.

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Violacciocca.

bucaneve

Bucaneve. Uno solo in tutto il giardino, come l’anno passato; vedrò di rimpinguare, quest’autunno.

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Bulbosa minuscola e meravigliosa. Per sbaglio ne ho pestate altre due identiche. Non so che cosa sia, però…

pratolina

Pratoline: ce ne sono ovunque, al sole. Più le si pesta, taglia, trascura e meglio vengono.

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elleboro

Elleboro: finalmente! L’anno scorso non mi ha degnato di fioritura. Dicono che gli ellebori siano come le peonie: dopo il trapianto fanno gli offesi per un po’. Sto aggiungendo cenere al terreno perché sono calcofili.

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Narcisi, fiorituri…

bergenie

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iberide

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Si riparte

Le temperature si sono alzate e le giornate sono perlopiù soleggiate o variabili. Non sempre piovose come la scorsa primavera. Si prospettano un risveglio anticipato e un bel daffare con le innaffiature dei vasi e non solo. Forse i miei narcisi a mezz’ombra riusciranno a fiorire tutti, senza abortire per l’eccesso di umidità.

Un rapido giro del giardino: tutto verdeggia e si prepara a esplodere. Ci sono violette davvero ovunque. Ne ho di tre tinte: le classiche viola sul davanti e nel lato est, un tipo più sul lilla o lavanda o mauve nel lato ovest, un tipo bianco nel vaso con la melissa. Poi ci sono varie viole residuate da piante comprate, ma disseminandosi hanno perso i colori originari.

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Aquilegia in vaso, da seme (i semi li ho rubati da un giardino del quartiere, abbandonato, che a mezz’ombra ad aprile è una distesa sterminata di aquilegie, che sembrano un paesaggio incantato). L’anno scorso ha fiorito poco, speriamo meglio quest’anno.

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Violette.

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Altre violette.

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Sedum (ora dovrebbe essere Hylotelephium) che si prepara a esplodere.

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Bergenie. Hanno un sacco di fiori, quest’anno. Certo, sono frugali e robuste, ma trattandole bene si esibiscono in fioriture spettacolari.

Iberis semperflorens, da talea. Sto cercando di rinnovare il “parco piante” perché l’esemplare che ho ereditato è un po’ disordinato. Qui in quartiere ce l’hanno tutti, l’iberide. Ha i fiori da circa un mese, un vero fiore invernale.

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Addio prima del freddo

Potrei continuare con suggestive riprese di ragnatele grondanti goccioline d’umidità o foto poetiche coi ricami della galaverna. Invece, fino a primavera 2017 non pubblicherò proprio niente. L’inverno incombe con tutta la sua tetraggine. Fino a novembre ci sarà tempo per ricoverare le piante freddolose (ne ho poche), ma già so che non farò grandi lavori: ritirerò i due enormi vasi con le dalie rosa e la schefflera ereditata. Lascerò invece i gladioli in terra, perché oltre a non avere l’energia per espiantarli, qui il terreno è già zuppo e andare a pestare il giardino non è il massimo. La mia voglia di stare fuori diminuisce con lo scemare delle ore di luce (abito in collina e il fenomeno è più accentuato: anche in giornate soleggiate il sole si vede solo dalle undici alle tredici, in pieno inverno, per il resto è coperto nella sua bassa parabola dalla collina prospiciente). Riprenderò con rinnovato vigore a febbraio 2017.

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Cosmos: ormai una specie di intrico indisciplinato.

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Dalia. Purtroppo, è una delle poche foto decenti che posso pubblicare. Anzi, una delle poche infiorescenze decenti. Temo che le mie dalie abbiano sofferto per tutta la stagione di un fenomeno detto fasciazione: i petali erano piccoli o malformati, a volte verdini anziché rosa. Non ne so bene la ragione, forse i soliti ragnetti che qui sono molto aggressivi e prolifici.

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Rosa: siamo al quarto (e ultimo) giro di rifiorenza.

Farfalla mal fotografata…

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Crisantemi. Non vado pazzo per questi specifici crisantemi (ereditati), ma devo ammettere che sono tra le poche fioriture di ottobre/novembre. Arrivederci al 2017.

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Colori d’autunno

Il tempo per curare il giardino diminuisce, così come la voglia, dato che il clima è uggioso e le ore di luce stanno calando. I settembrini (ottobrini?) continuano a rallegrare la vista, ma si percepisce che tutto si sta spegnendo e preparando a dormire.

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Ci si può illudere che sia una seconda primavera…

…ma certi segnali sono inequivocabili!

caos

Solito caos vegetale. A volte mi viene lo sconforto perché in piena fioritura la giungla ha un che di affascinante, ma quando è così sembra solo un giardino lasciato a sé stesso…

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Anemoni giapponesi.

Quando si dice che sono incontenibili…

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Composita nata da sé, tipo camomilla. Purtroppo alcune erbacce mi piacciono, ma da brave erbacce hanno il “difetto” di diffondersi a ritmo impressionante, e ora me le ritrovo ovunque.

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Settembrini. Questi li avevo divisi in primavera da quelli di casa della mamma (che a sua volta avevo piantato io, più di vent’anni fa!).

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Unico cosmos di tinta più cupa, gli altri sono usciti tutti rosa chiaro (i semi erano del Lidl…).

Vangando un piccolo tratto dove ho trapiantato dei giaggioli, devo aver smosso dei bulbi di sternbergia: stanno fiorendo solo ora, in ritardo…

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Congedo all’estate

Si intrecciano a quelle autunnali le ultime fioriture delle perenni e annuali estive. Mi sembra un arrivederci…

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Coreosside. Un giallo praticamente perfetto.

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Solita, unica, pianta di gaillardia. Sono tinte che non sceglierei, ma a caval donato (dal vento) non si guarda in bocca.

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Gaura. Ne ho di due colori. Questa, ‘Alba’, è superlativa per ramificazione e rifiorenza. Peccato che sia l’altra – di un colore tra porpora e rosa – a essersi già disseminata in giardino.

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Cosmos da seme. Mi hanno fatto dannare per tutta l’estate. Alcuni sono collassati dopo un temporale, altri sono seccati all’improvviso (temo per una malattia tipo verticilliosi o simile), altri hanno stentato a fiorire tutta l’estate, mettendo solo foglie (piumose e leggiadre, ma… pur sempre foglie; motivo? Forse acari o eccesso di azoto nel terreno). Adesso che sono riprese le piogge, sono letteralmente rinati. Era ora!

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Fuochi d’artificio: il botto finale.

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