Hortus Incomptus | arbusti
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Acme dell’estate

Da sempre associo il mese di luglio alla prorompente esplosione in fiore dei lillà delle Indie (Lagerstroemia indica), che dalle mie parti adornano le strade a mo’ di alberature e incorniciano i giardinetti privati come soldatini in riga sull’attenti. Non mi piace molto il loro portamento da manichini, ma hanno una fioritura così spettacolare che sono pronto a perdonarglielo. D’altronde, non è colpa loro: siamo di fronte a uno strascico degli anni Sessanta-Settanta, quando “alberello” era sinonimo di eleganza, come per le rose. Colpa dell’uomo, come sempre.

Il mio giardino non faceva eccezione, e lungo il confine esibiva il suo bravo lillà delle Indie, ad alberello, tutto rigido come un bastone; per fortuna era solingo, senza compagni d’arme. L’anno scorso l’ho segato alla base. I polloni, che già spuntavano esuberanti intorno al tronco, quest’anno sono alti più di un metro e mezzo. Ora sono in fiore. Sono molto soddisfatto: da un alberello ingessato, incongruo nel mio giardino selvaggio e would-be spontaneo, ho ottenuto uno splendido arbusto. In futuro mi ripropongo di valorizzarne quattro cinque branche principali, sfrondando l’affollarsi dei polloni, in modo che assuma un portamento un po’ arrotondato e poco assurgente. Tra l’altro adesso che non c’è più la magnolia a insidiarlo con la sua ombra non ha nemmeno una traccia di mal bianco. Bene.

Altra pianta immarcescibile e vigorosa che associo alla calura di mezza estate è l’oleandro, coi suoi fiori dall’odore venefico di mandorla amara. Che piante meravigliose. Chissà perché una volta le si coltivava in vaso, per ricoverarle o proteggerle in inverno; ora siamo più consapevoli della loro sostanziale rusticità, e del fatto che solo in piena terra possono svilupparsi al meglio.

Ecco qualche foto rubata in giardino stamane, prima di lasciarlo a cuocere sotto il sole arroventato.

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rosa2

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snapdragon

convolvulusarvensis

Un’infestante stupenda ma temibile (soffoca le piante avvolgendole tra le sue spire…): il convolvolo selvatico.

Heliopsis helianthoides 'Bressingham Doubloon'

Una perenne comprata da Un quadrato di giardino, il mio vivaio preferito. Arrivata malconcia (per colpa del caldo), si è ripresa presto.

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Inizio settembre: è ancora estate…

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Pomodori: hanno qualche crepa, ma direi anche troppa grazia, visto che parlare di squilibri idrici è un eufemismo…

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Sublime gaillardia, nata da sé.

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Giovin rosa, il vergin seno / Schiude appena al ciel sereno / E già langue scolorita / Preda al vento struggitor; / Ah’, l’aurora della vita / È l’aurora del dolor!

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Rosa ‘Botticelli’ di Meilland.

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Centranthus ruber, o valeriana rossa: portata dal vento, trasferita in vaso perché non andasse pestata, ora in fiore.

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Settembrino senza nome…

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Belle di notte. Lussureggianti e al limite dell’invasivo.

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Delosperma cooperi, altro grande classico nei giardini veneti.

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Oleandro. Finalmente guarito (a furia di rame) da una malattia crittogamica da cui era affetto quando l’ho ereditato, insieme alla casa e al resto del giardino.

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Hibiscus syriacus. Ne ho tre di questa tinta, in vaso, nati da seme. Dovrò trapiantarli, ma… dove? Non c’è un posto assolato libero…

Scorpacciata.

Che aspetto minaccioso!

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