Le gaure non hanno bisogno di commenti; viene solo da chiedersi come si sia potuti vivere senza! Mi sto forse omologando: ormai le gaure sono ovunque, persino nei vasi che decorano i ponti in città. Per me, però, sanno ancora di novità ed è lontano il giorno in cui mi verranno a noia, se mai lo faranno.
Qui sotto, in sequenza, un sedum da talea con le foglie un po’ mangiucchiate (le lumache scalano persino i vasi!) e ingiallite (devo aver preso troppo sul serio le indicazioni colturali “terreno povero e ben drenato”: temo si tratti di carenza di azoto…); un giglio (profumo inebriante e celestiale); un’ipomea nata lungo la recinzione da semi della stagione avanti; una gaillardia nata chissà come e chissà perché.