Hortus Incomptus | speronelle
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… rings umher eine unaussprechliche Schönheit der Natur.

Come il Werther tutto commozione e palpiti del cuore anch’io vorrei zum Marienkäfer werden per perdermi nella bellezza sorgiva della primavera, diese Jahrszeit der Jugend… I prati sono tappeti persiani di fiori, tutti pennellati del bianco delle pratoline, del celeste delle veroniche, del giallo dei tarassachi. Verrebbe voglia di rotolarcisi, incuranti della terra, dell’allergia, degl’insetti.

lobularia:alisso e spontanee

giungla

fratino

speronella

narcisi bianchi

violacciocche

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Altri accostamenti più o meno felici

Aiuola con alisso bianco, rosa ‘Marie Pavié’ e ‘Botticelli’; sullo sfondo Oxalis articulata (maledetta infestante!), altre rose, speronelle, peonie, portulaca (chi la vede??).

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Mi piace il connubio che si è creato da sé tra le pannocchie viola intenso delle speronelle e il bianco-verde dell’ortensia. Sarebbe ancora più bella una cortina scura d’edera al posto del nudo cemento grigio, ma tant’è…

Postilla: per “speronelle” intendo quelle annuali (Consolida ajacisDelphinium consolida), non i fiori del delfinio perenne.

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Accostamenti felici

Son stato fortunato: lasciando fare alla Natura, con solo qualche piccolo intervento, si sono creati due abbinamenti felici di colore. Perlomeno, a me pare che il rosso dei papaveri e il blu delle speronelle (intendo Consolida ajacisDelphinium consolida, ossia i delfinii annuali, non quelli perenni così diffusi nei giardini inglesi) creino un contrasto efficace e piacevole. Lo dico malgrado le singole tinte, il rosso scarlatto e il blu-viola, non mi facciano impazzire, in giardino. Altra tessitura, frutto un po’ di mestiere un po’ del caso, è quella dei papaveri della California color arancio frammisti a garofanini, perlopiù rosa lilla rossi fuxia.

Con l’occasione, mi riprometto di essere meno spontaneista e naïf (anzi, meno attendista e pasticcione) e di compulsare qualche testo di teoria del colore e sugli accostamenti studiatamente organizzati per il massimo effetto estetico di armonia e contrasto. Mi viene in mente Penelope Hobhouse: la aggiungo sùbito alla to-read list. Ovviamente, consideràti il clima della mia zona, la natura del mio terreno, l’insipienza del mastro giardiniere, la personalità ora spartana ora esuberante (ma sempre incostante e volubile) del mio giardino, non mi propongo affatto di arricchirlo di bordure miste (che brutta traduzione “bordi misti”!) all’inglese. Sarà di nuovo la sindrome della volpe e dell’uva? Può darsi. Ad ogni modo, non credo che avrei la perizia e la costanza per creare e accudire una bordura mista “di scuola” (magari con le graminacee: Heaven forbid!).

Mi accontento di semplici (fortuiti) matrimoni, come questi.

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